la teoria
Lo sviluppo psichico e l’integrazione della personalità nei confronti di se stesso e dell’ambiente porta l’individuo a rappresentare se stesso attraverso vari ruoli già prestabiliti.
Il “ruolo” , secondo Moreno, è una personale espressione della personalità completa che si sviluppa attraverso l’adeguamento a vari modelli comportamentali. Per Moreno il RUOLO è una forma operativa che l’individuo assume nel momento specifico in cui reagisce ad una situazione particolare in cui sono implicati persone o oggetti. La forma del ruolo si crea psichicamente dalle esperienze passate e dai modelli culturali della società in cui si vive. Per forma operativa si intende un insieme unitario che fa qualcosa in un dato tempo. I ruoli, che si assumono dalla nascita in poi, possono essere psicosomatici, psicologici, sociali. E si strutturano lentamente nella psiche originaria indifferenziata del neonato che Moreno chiama “ matrice d’identità” fino all’età adulta fino a diventare dei ruoli ben distinti, riferiti al mondo interno o al mondo sociale.
L’espressione della personalità avviene attraverso due forze vitali di primaria importanza: la creatività e la spontaneità.
Per Moreno la spontaneità è il prerequisito di ogni esperienza creativa, è il catalizzatore che sviluppa la creatività potenziale di un individuo, permettendogli di agirla attraverso l’azione.
La creatività, invece, è la forma più alta di intelligenza. E’ un quid indefinito allo stato potenziale che si definisce nell’atto concreto.
Il binomio spontaneità/creatività equilibrate nel modo giusto stimolano l’individuo a dare:
- una risposta adeguata ad una situazione nuova, b) una risposta nuova ad una situazione già conosciuta.
Nella personalità ben integrata l’uomo ritrova la sua spontaneità e compie l’atto creativo che lo porta ad affrontare in modo equilibrato le azioni della sua vita.
Nella personalità disarmonica non esiste equilibrio fra queste due forze.
Si trova a vivere in un universo di ruoli cristallizzati avendo una spontaneità completamente bloccata. La personalità è sommersa dall’ansia.
L’ansia è inversamente proporzionale al grado di spontaneità interna che ognuno di noi ha.
Se riusciamo a rispondere adeguatamente alle situazioni che dobbiamo affrontare l’ansia è assente, al caso opposto abbiamo la personalità sommersa dall’ansia in uno stato di totale panico.
In breve questa la teoria sulla quale si fonda poi l’azione psicodrammatica, che tende a sviluppare nell’individuo una nuova spontaneità.
Attraverso delle tecniche ben precise di riaddestramento ai vari ruoli della vita. Sia interni che esterni, l’individuo si riappropria delle proprie capacità creative ed è in grado di agire in modo creativo agli eventi della sua vita.Gli strumenti tecnici sono i seguenti:
I CINQUE STRUMENTI DI BASE
UNA SCENA, preferibilmente circolare o semplice spazio per il gioco, se è necessario, in una stanza.Lo psicodramma può anche aver luogo dovunque si trovino delle persone che si vogliono raggiungere o incontrare.
- UN SOGGETTO: il protagonista: L’eroe principale dell’azione.
- UN DIRETTORE di seduta: Lo psicodrammatista che è colui che promuove l’azione, il terapeuta e l’analista sociale, colui che osserva le interazioni del gruppo:il monitore.
- GLI IO AUSILIARI che danno la replica al protagonista ed assumono i ruoli necessari all’azione.
- UN UDITORIO: il pubblico, un numero ristretto di partecipanti, che aiuta il soggetto con i suoi echi, esprimendo in seguito, durante la condivisione, i sentimenti provati durante la rappresentazione.
Nel caso particolare della psicologia dell’emergenza, le sessioni di psicodramma possono essere finalizzate ad un riaddestramento progressivo degli operatori sociali addetti agli interventi specialistici.
Le sessioni di psicodramma possono affrontare le relazioni richieste limitatamente alle situazioni di emergenza ed alle particolari risposte che l’operatore deve caso per caso.
Oggetto dell’esplorazione psicodrammatica, sarà a questo punto, il modo in cui gli operatori reagiranno alle situazioni di emergenza. Dato per scontato che le situazioni di calamità mettono a dura prova la capacità dei superstiti e degli operatori spessi, particolare attenzione sarà data all’approfondimento di situazioni di panico e di stress, che potrebbero intervenire all’interno della personalità stessa dell’operatore, in un contesto in cui invece gli viene richiesta padronanza di se, e supporto ai superstiti ed all’ambiente circostante.
Si addestreranno gli operatori all’uso del “defusing” ( processo di aiuto attraverso una breve conversazione) oppure all’uso del “debriefing” ( procedimento strutturato finalizzato ad aiutare i superstiti a comprendere e gestire emozioni intense, a identificare strategie di foernteggiamento efficaci e a ricevere sostegno dai pari).
Si testerà inoltre attraverso tecniche di monitoraggio del livello di spontaneità le capacità degli operatori di resistere a situazioni di pronto intervento